Thanks to the systematic classification of the medieval masonry found in the Umbria region, this paper puts forward a reinterpretation of building techniques and looks into the decay of the surfaces that it studied. Bichromatic elements first appeared in European masonry at the end of the VIII century but they only reached in Umbria during the the X century, where this technique reached its highest technical accuracy between the 1300s and 1400s. In Perugi, Assisi, Foligno, Spoleto, Gubbio, Spello, Todi and Sangemini, entire walls were made of white and pink limestone ashlars laid alternately to make lines, bundles or more complex structural decorations. Meanwhile, it should be noted that pink limestone can change colour, permanently turning white or ochre (dark yellow) when it come into contact with water, a factor that sometimes confuses the formal interpretation of the original patterns used in wall cladding. Though we can suppose that medieval builders were familiar with the process of colour degradation in some rocks, they were unable to control this phenomenon. As a result, they made structures that can now appear irregularly clad only because the colour of the stones has changed.

L’accostamento di materiali cromaticamente diversi nei paramenti murari è una scelta che lega il ‘disegno’ decorativo della superficie alla struttura architettonica da cui dipende. La realizzazione di simili apparati, già oggetto di studio in campo artistico e architettonico, presuppone non solo la possibilità di disporre di adeguate materie prime, ma anche un’attenta organizzazione del cantiere, con la presenza di figure specializzate nelle fasi di progetto e di costruzione. In seguito a una classificazione sistematica dei manufatti realizzati in epoca medievale in area umbra, viene proposta una rilettura del tema costruttivo che tiene conto anche delle patologie di degrado delle superfici in esame. La presenza di elementi bicromi in architettura, riscontrabile in Europa già dalla fine dell’VIII secolo, appare solo nel X secolo anche in Umbria, dove raggiunge il momento di massima accuratezza nella realizzazione tra il Duecento e il Trecento. Nelle città di Perugia, Assisi, Foligno, Spoleto, Gubbio, Spello, Todi e Sangemini sono stati realizzati interi elevati murari caratterizzati dalla regolare successione di conci di pietra bianca e rosa disposti in filari, fasce di filari e decorazioni più complesse. È stato nel contempo però rilevato che i calcari rossi possono subire fenomeni di decolorazione differenziale irreversibili, causati dalla presenza di acqua, che portano la pietra a virare dal rosa al bianco o all’ocra, in alcuni casi creando confusione sull'interpretazione formale delle opere. Tali cambiamenti cromatici del materiale dipendono dalla struttura degli ossidi presenti nella roccia e sono tuttora oggetto di studio, ma sembrano verificarsi in un arco di tempo che varia tra i 40 e i 100 anni dall’estrazione della pietra. Si può supporre quindi che la reazione di alcuni tipi di scaglia rossa agli agenti atmosferici non dovesse essere sconosciuta ai costruttori medievali, ma che fosse difficile da controllare, con la conseguente realizzazione di strutture con decorazioni che oggi appaiono non ‘regolari’ solo a causa del cambio di colore della pietra.

Per una rilettura della bicromia sulle superfici murarie medievali in Umbria / Scopinaro, Eleonora. - STAMPA. - sez. 6(2017), pp. 1114-1121.

Per una rilettura della bicromia sulle superfici murarie medievali in Umbria

SCOPINARO, ELEONORA
2017

Abstract

Thanks to the systematic classification of the medieval masonry found in the Umbria region, this paper puts forward a reinterpretation of building techniques and looks into the decay of the surfaces that it studied. Bichromatic elements first appeared in European masonry at the end of the VIII century but they only reached in Umbria during the the X century, where this technique reached its highest technical accuracy between the 1300s and 1400s. In Perugi, Assisi, Foligno, Spoleto, Gubbio, Spello, Todi and Sangemini, entire walls were made of white and pink limestone ashlars laid alternately to make lines, bundles or more complex structural decorations. Meanwhile, it should be noted that pink limestone can change colour, permanently turning white or ochre (dark yellow) when it come into contact with water, a factor that sometimes confuses the formal interpretation of the original patterns used in wall cladding. Though we can suppose that medieval builders were familiar with the process of colour degradation in some rocks, they were unable to control this phenomenon. As a result, they made structures that can now appear irregularly clad only because the colour of the stones has changed.
2017
RICerca/REStauro. Sezione 6. Ricerca in-formazione
978-88-7140-764-7
L’accostamento di materiali cromaticamente diversi nei paramenti murari è una scelta che lega il ‘disegno’ decorativo della superficie alla struttura architettonica da cui dipende. La realizzazione di simili apparati, già oggetto di studio in campo artistico e architettonico, presuppone non solo la possibilità di disporre di adeguate materie prime, ma anche un’attenta organizzazione del cantiere, con la presenza di figure specializzate nelle fasi di progetto e di costruzione. In seguito a una classificazione sistematica dei manufatti realizzati in epoca medievale in area umbra, viene proposta una rilettura del tema costruttivo che tiene conto anche delle patologie di degrado delle superfici in esame. La presenza di elementi bicromi in architettura, riscontrabile in Europa già dalla fine dell’VIII secolo, appare solo nel X secolo anche in Umbria, dove raggiunge il momento di massima accuratezza nella realizzazione tra il Duecento e il Trecento. Nelle città di Perugia, Assisi, Foligno, Spoleto, Gubbio, Spello, Todi e Sangemini sono stati realizzati interi elevati murari caratterizzati dalla regolare successione di conci di pietra bianca e rosa disposti in filari, fasce di filari e decorazioni più complesse. È stato nel contempo però rilevato che i calcari rossi possono subire fenomeni di decolorazione differenziale irreversibili, causati dalla presenza di acqua, che portano la pietra a virare dal rosa al bianco o all’ocra, in alcuni casi creando confusione sull'interpretazione formale delle opere. Tali cambiamenti cromatici del materiale dipendono dalla struttura degli ossidi presenti nella roccia e sono tuttora oggetto di studio, ma sembrano verificarsi in un arco di tempo che varia tra i 40 e i 100 anni dall’estrazione della pietra. Si può supporre quindi che la reazione di alcuni tipi di scaglia rossa agli agenti atmosferici non dovesse essere sconosciuta ai costruttori medievali, ma che fosse difficile da controllare, con la conseguente realizzazione di strutture con decorazioni che oggi appaiono non ‘regolari’ solo a causa del cambio di colore della pietra.
tecniche costruttive; medioevo; bicromia; decolorazione; conservazione
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Per una rilettura della bicromia sulle superfici murarie medievali in Umbria / Scopinaro, Eleonora. - STAMPA. - sez. 6(2017), pp. 1114-1121.
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